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mercoledì 25 luglio 2012

Milano, tracce di amianto alla Scala il loggione resta chiuso per due mesi ARTICOLO APPARSO SU REPUBBLICA 25-07-2012

Milano, tracce di amianto alla Scala il loggione resta chiuso per due mesi Loggione chiuso in parte per due mesi sino a fine ottobre. E biglietti rimborsati per quanti avevano già prenotato. È la decisione presa per la bonifica di Luigi Bolognini e Alessia Gallione I più delusi saranno gli spettatori che erano riusciti a conquistare un biglietto per le tre serate del Sogno di una notte di mezza estate con Roberto Bolle. Date esaurite. Ma per due mesi, fino alla fine di ottobre, tutti i 275 posti della Seconda galleria del Loggione della Scala saranno chiusi al pubblico. Comune e Fondazione Teatro alla Scala hanno iniziato lavori di bonifica da «limitate quantità di amianto nei locali luci presenti nel sopravolta della sala». Tracce che - assicurano - non creano pericolo, ma che sono lì dagli anni Cinquanta-Sessanta. La scoperta è avvenuta lo scorso dicembre, non durante il restauro del 2002, e la Asl ha imposto la mappatura del teatro. I cantieri partono ora. Fra le proteste. «È incredibile - dice Andrea Fanzago, consigliere comunale del Pd - Il teatro è stato rivoltato: come è stato possibile non accorgersene? Il vicesindaco De Corato, allora responsabile dei lavori, dovrà dare spiegazioni». Le tracce di amianto sono nel locale luci che, è la spiegazione ufficiale, non fu ristrutturata: 16 pezzi grandi come lo schermo di un video. Palazzo Marino e Scala rassicurano: «Siamo intervenuti tempestivamente incapsulando i manufatti e la Asl ha fatto campionature dell´aria, che non hanno rilevato polveri». Adesso la bonifica, partita mercoledì, che si concluderà a fine ottobre: entro metà settembre verrà rimosso l´amianto; poi le verifiche sulle condizioni ambientali. I lavori si effettueranno di notte per non compromettere gli spettacoli, con un ponteggio che permetterà di sigillare le volte per impedire fuoriuscite. Ma parte del loggione, la seconda galleria, verrà chiusa: chi ha prenotato quei posti dovrà rivolgersi alla Scala per ottenere un rimborso, o cambiare biglietto. Ma le proteste ci sono. Il più sorpreso è l´ex sovrintendente della Scala ai tempi dei lavori, Carlo Fontana: «Ricordo benissimo che l´allora direttore dei lavori mi aveva rilasciato un certificato in cui dichiarava la totale sparizione dell´amianto dall´intero teatro». Poi aggiunge: «Questi lavori toccano al Comune, proprietario dell´immobile, non alla Scala, quindi non credo che sia la Fondazione a farci una brutta figura». La pensa così anche Claudia Buccellati, nota melomane oltre che presidente dei commercianti di via Montenapoleone: «Chi ne esce male a livello di immagine è l´intera città. Con lavori di ristrutturazione così pesanti terminati neppure cinque anni fa, ora bisogna farne altri. Non sono critica, però: quell´area non era interessata dai cantieri. Di amianto non si era parlato. Ora lo si è trovato e levarlo è segno di serietà, spero solo si faccia in fretta». Certo sono danneggiati gli amanti della musica. Come Attilia Giuliani, loggionista e presidente dei fan di Abbado: «È davvero la dimostrazione che siamo in Italia: non ci potevano pensare nel 2004? Avevo diversi biglietti per me e amici proprio in seconda galleria per alcuni spettacoli del MiTo, adesso aspetto di sapere cosa succederà. Non credo potremo avere altri posti, visto che il teatro andava per il tutto esaurito. Va bene, mi ridaranno i soldi, ma resterò anche senza spettacolo».