TRANSLATE

martedì 22 dicembre 2015

Lettera aperta alle lavoratrici e lavoratori della Fondazione Teatro alla Scala



Carissimi tutti, in occasione delle Festività, vogliamo condividere una riflessione sul Teatro alla Scala che vuole essere anche un impegno ad un sereno confronto in merito, nei prossimi mesi, con la Direzione e con le Istituzioni.

Da anni ormai, ma in particolare in questi ultimi, il nostro Paese ha scelto di declinare la cultura non più come diritto costituzionale, ma come un elemento che come tanti altri deve essere finanziato da privati, con il rischio concreto che la cultura sia appannaggio dei pochi che se lo possono permettere.
Le leggi applicate alle Fondazioni Lirico Sinfoniche, il ridimensionamento del Fondo Unico dello Spettacolo a Fondazioni, Teatri, Orchestre, lo dimostrano ampiamente.

L'imposizione, per le Fondazioni che hanno ottenuto lo statuto speciale, di arrivare ad un contratto di lavoro che non sia più normato dal contratto collettivo nazionale di lavoro, spiega quali altri obiettivi ha chi ci governa, anche per quanto riguarda un mondo del lavoro (quello delle Fondazioni), che i più giudicano privilegiato, senza nulla conoscere o voler approfondire.

Per la costruzione di questo nuovo contratto, stiamo attuando impegno e tempo, sulla base di un lungo lavoro di preparazione fatto dalla Scala, per garantire che si possa partire immediatamente dopo la firma, col contratto “ 2.0 “, da presupposti che tengano insieme sia il precedente CCNL, sia gli integrativi sottoscritti in oltre trent’anni di attività sindacale.
Non è un lavoro facile, soprattutto per il controllo che ci siamo trovati a fare su diverse “sviste” trovate nei documenti, ma siamo in dirittura di arrivo.
Per quello che ci riguarda, il merito va tutto ai delegati e delegate RSA Cgil e ai lavoratori che ci hanno coadiuvato, che hanno lavorato alacremente, con precisione e con la “memoria storica” che ha permesso un controllo pedissequo, ma anche al nostro coordinatore nazionale Carlo Tarlini, che ci ha seguito in ogni parte di questo lungo lavoro.

Il mondo del Teatro alla Scala, complesso e affascinante, è anche delicato per i molti equilibri che è necessario mantenere.
E' per tutto questo, che siamo sempre attenti a come viene diretto il Teatro più famoso al mondo, perchè crediamo che una delle eccellenze dell'Italia e della città di Milano, debba continuare ad esserlo nel migliore dei modi.





Noi pensiamo che sia giusto fare "uscire" il Teatro, per farlo conoscere all'esterno e che sia altrettanto giusto aprire il palcoscenico ai giovani e giovanissimi a prezzi ribassati, affinchè possano imparare ad apprezzare quello che alcuni considerano "vecchio", mentre è fondamentale sapere da dove si arriva per vivere pienamente il presente.

Questi sono investimenti per garantire il futuro!

Crediamo invece, che certe manifestazioni di caratterre commerciale non siano un buon investimento, non solo perchè non sempre portano incassi, ma anche perchè vi è una sorta di profanazione di un luogo verso il quale vi deve essere il massimo rispetto. Non quindi un "contenitore" di eventi, ma un luogo che faccia cultura, da esportare in tutto il mondo.

Siamo anche sempre attenti ai finanziamenti, che fanno mantenere in pareggio il bilancio della Scala. Certo non è facile trovare nuovi soci, che garantiscano continuità economica per alcuni anni e come già scritto, chi ci governa ha deciso che la cultura debba essere molto meno finanziata dallo Stato, però crediamo che trovare ogni anno finanziatori "a spot" aumentando il numero dei privati, non sia la soluzione giusta per immaginare un futuro per la Scala e per tutti coloro che vi lavorano.

Anche se come Organizzazione sindacale, il nostro compito prioritario è quello di tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, non possiamo esimerci dal valutare l'organizzazione delle aziende e la loro conduzione, perchè il benessere dei lavoratori dipende anche da questo.
Perciò riteniamo che le relazioni sindacali debbano essere agite senza sovrapposizione di ruoli, sempre dannosa, ma anche senza scavalcare i ruoli stessi, perchè in questo modo forse si accontentano le persone nel momento in cui si concede questa o quella cosa, ma certamente non si guarda oltre il presente e questo è altrettanto dannoso.

Anche nelle relazioni sindacali è necessario avere una progettualità e vivere alla giornata è quanto di meno costruttivo si possa praticare, per i lavoratori che ci affidano il loro futuro, ma le Parti devono percorrere insieme questa direzione.
Affrontare, spesso all'ultimo momento, questioni che andrebbero pianificate, anche per evitare inutili contrapposizioni, non riteniamo sia la scelta giusta.
Così come non riteniamo sia la scelta giusta, quella di procrastinare nel tempo molti dei problemi che quotidianamente poniamo, con un investimento di tempo e di energie, che ci fa necessariamente tenere alta l’attenzione ed essere pronti a valutare il coinvolgimento di lavoratori e lavoratrici.

Per tutto ciò pensiamo sia utile questa riflessione che abbiamo voluto condividere, con l'auspicio che su questa base si possa avviare un costruttivo confronto con la Direzione della Scala e con le Istituzioni, per il bene dei lavoratori, delle lavoratrici e della città di Milano.


I nostri auguri di Buone Feste a tutti

Paola Bentivegna
Segretaria Slc Cgil Milano

Milano, 21 dicembre 2015

martedì 24 novembre 2015

comunicato 24 novembre 2015

A fronte delle richieste fatte sulla revisione dell'organico e della trattativa svoltasi in data odierna con la Direzione Scala, è stato raggiunto il seguente accordo:

- nel 2016, in tutti i settori  (esclusa la parte artistica che viene verificata  a inizio programmazione), ci saranno integrazioni per 114 mesi complessivi di lavoro.
- la suddivisione per i tecnici sarà di ~ 5 macchinisti dal 1/2 al 31/8 per un totale di 35 mesi
~ 3 elettricisti dal 1/1 al 30/6 per un totale di 18 mesi
~ 3 elettricisti dal 18/8 al 18/10 per un totale di 6 mesi
Per un totale complessivo di 59 mesi.
Nel mese di maggio 2016 si andrà a verificare l'esigenza  di ulteriori 5 mesi da distribuire nel periodo autunnale.
- per gli attrezzisti,  nel budget 2016 sono state stanziate 2000 prestazioni con lavoratori serali
- per gli altri settori ci saranno 55 mesi complessivi di lavoro che saranno dettagliati (per reparto, figure professionali ecc.), nei prossimi mesi .

A questi lavoratori vanno aggiunti 2 elettricisti a tempo indeterminato e gli altri già decisi per i laboratori e per il corpo di ballo come da precedenti comunicati, nonché gli 11 lavoratori della squadra trasporti,  riqualificata sempre tra i tecnici (meccanici, elettricisti,  macchinisti).

Per quanto riguarda il turn over,  verrà concordato all'interno della trattativa del prossimo contratto , che avvieremo nel 2016, che il calcolo per l'adeguamento avverrà sull'organico reale.

Per quanto sopra, sono pertanto revocati gli scioperi e lo stato di agitazione.

Segreteria Slc Cgil Milano  e  Rsa Slc Cgil Teatro Scala

sabato 21 novembre 2015

comunicato scioperi 25 e 26 novembre




Quest'anno, al teatro alla Scala, si è verificato un ulteriore aumento dei carichi di lavoro, rispetto alla produzione degli anni passati (2006-2014) peraltro aumentata, nel numero di aperture di sipario, rispetto alla programmazione che si svolgeva prima della ristrutturazione del Piermarini.


L'aumento di lavoro, ha riguardato tutte le categorie:

tecnici di palcoscenico, artisti del coro, tersicorei, professori d'orchestra, maschere, impiegati, lavoratori dei laboratori, dei magazzini, serali, comparse, che hanno dovuto affrontare un impegno straordinario soprattutto nel periodo EXPO e questa situazione ha evidenziato l'urgenza del problema occupazionale in palcoscenico.


La programmazione futura prospettataci dalla Direzione del teatro, prevede il mantenimento di questi livelli produtivi; si porrà quindi in maniera evidente, oltre al problema occupazionale, anche quello salariale, visto che tutto ciò non ha fatto valutare alla Direzione nemmeno il giusto riconoscimento da noi richiesto a più riprese.

Si aggiunge altresì la difficoltà riscontrata nel cammino verso il contratto unico privo, a detta della Direzione, di risorse economiche con cui finanziarlo.


Di fronte alle richieste da parte della Cgil, volte a risolvere questa situazione, la Direzione ha negato qualsiasi soluzione ai problemi, proponendoci solo soluzioni temporanee e insufficienti, sia per i laboratori, sia per il ballo, ma in particolare per il palcoscenico.

I lavoratori in maniera compatta, hanno seguito le indicazioni di sciopero del 12 novembre scorso ma nonostante questo, dopo 10 giorni la Direzione continua a non ricercare un confronto sul merito.


Fermi ancora sulle nostre posizioni e ancor più convinti della correttezza e dell'urgenza delle nostre rivendicazioni, dichiariamo pertanto ulteriori ore di sciopero per le giornate del 25 e 26 novembre prossimo.


LO SCIOPERO E' COSI' ARTICOLATO


per l'area artistica:

prima prestazione del giorno 25

prima prestazione del giorno 26


per tutti gli altri lavoratori e lavoratrici:

25 novembre dalle ore 03 alle 06

25 novembre le prime 3 ore e trenta per ogni turno

26 novembre dalle 03 alle 06

26 novembre dalle 14,00 alle 18,00



LE RAGIONI DI OGNUNO SONO LA LOTTA DI TUTTI!



Segreteria Slc Cgil Milano – RSA Cgil Scala



Milano, 20 novembre 2015

martedì 17 novembre 2015

comunicato stampa a seguito dello sciopero del 12 novembre 2015


Siamo sorpresi da affermazioni apparse sulla stampa nei giorni scorsi, per quanto riguarda lo sciopero alla Scala del 12 novembre scorso e che ci fanno pensare alla voglia che sta serpeggiando in questo paese, di revisionare anche il diritto di sciopero.
Nei giorni successivi la strage di Parigi, è comunque paradossale dovere rispondere ad attacchi al sindacato.

Prescindere dai contenuti della dichiarazione di sciopero è ritenuto, sia dalla categoria, sia dalla Camera del Lavoro Metropolitana di Milano un voler fuorviare l'opinione pubblica.

La Slc Cgil ha comunicato per la prima volta alla Direzione Scala, dello sciopero indetto per il 12 novembre,  in data 28 ottobre, in quanto è stata  revocata la precedente iniziativa di lotta inizialmente programmata per il 29/10.
Non si comprendono quindi certe prese di posizione nei confronti della nostra organizzazione sindacale, da parte dell'Assessore alla cultura Del Corno ma anche da una parte delle forze politiche, quando la responsabilità del danno di immagine e nei confronti di tutti coloro che sono arrivati da lontano per vedere lo spettacolo,  sono secondo noi da addebitare alla Direzione della Scala che aveva avuto da noi conferma dello sciopero nel pomeriggio del 6/11 , con un congruo tempo a disposizione per spostare la data del balletto.

Rievocare la situazione venutasi a creare per il 1' maggio è quanto mai inopportuno, tanto più che allora la Slc Cgil Milano non aveva indetto nessuna iniziativa di sciopero, ma aveva detto ai lavoratori che avrebbero dovuto e potuto decidere se lavorare o no, in base ad una sentenza della Corte di Cassazione che si era pronunciata in merito al lavoro in particolari giorni festivi come appunto il 1' maggio.
Chiediamo all'Assessore, prima di rilasciare dichiarazioni su un tema così delicato,  di voler effettuare un confronto con le parti in causa, per permetter anche a noi di esplicitare le ragioni di lavoratori e lavoratrici.

La Cgil inoltre, non "esulta" come titolato da alcuni, perché  lo sciopero del 12/11, che fa parte di un pacchetto di 24 ore dichiarato il 6 novembre, è stata una prova di forza che siamo stati costretti a fare,  in quanto la Direzione non ha inteso trovare una mediazione alle richieste fatte sull'occupazione tra i tecnici di palcoscenico.
Tecnici che, ricordiamo ancora, svolgono un lavoro pesante, che mette a serio repentaglio la salute se i turni che devono essere svolti da 20 persone (ad esempio nel notturno), sono spesso costituiti da soli 10 lavoratori.

Per arrivare al conflitto, ci devono essere almeno due soggetti che non trovano una mediazione e la direzione Scala dopo la nostra comunicazione dello sciopero, non ha fatto nulla per venirci incontro né, dopo lo sciopero, ha fatto fino ad ora alcunché per dimostrare di voler riprendere a trattare.

Paola Bentivegna - Slc  Cgil Milano

UNIONS 21 NOVEMBRE A ROMA



venerdì 6 novembre 2015

comunicato sciopero 12 novembre

 

COMUNICATO



Dopo mesi in cui la Slc Cgil richiede di affrontare il tema dell'urgenza di una revisione dell'organico tra i tecnici di palcoscenico, nelle ultime settimane si sono svolti alcuni incontri unitari con la Direzione Scala. La delegazione Cgil ha chiesto che vi fosse l'assunzione immediata di lavoratori da impiegare nei reparti macchinisti, meccanici, elettricisti e attrezzisti per il 2016.

Questo perché la sola forza lavoro della squadra trasporti, che la Direzione ha deciso di riqualificare in palcoscenico e composta da 11 lavoratori, non è ritenuta da noi sufficiente. Cogliamo l'occasione per precisare che, nonostante riteniamo positiva la loro riqualificazione professionale, siamo molto preoccupati che una parte delicata del lavoro da loro svolto nei magazzini di Pero, sia nei fatti quasi completamente demandata a forze lavoro esterne.

Avevamo inoltre richiesto un adeguamento dell'organico anche presso i laboratori Ansaldo e su questo la Direzione ha ritenuto di prevedere l'assunzione di 6 lavoratori a tempo determinato oltre a 13 persone che verranno impiegate in più reparti; è anche prevista, su richieste sindacali, l'assunzione di 25 persone per il corpo di ballo.

Ci risulta quindi incomprensibile il motivo per cui solo per i tecnici di palcoscenico, la Direzione della Scala non intenda riconoscere l'esigenza occupazionale da noi richiesta e motivata anche in seguito alle produzioni attuali e future.

Per quanto riguarda il turn over sulla attuale forza lavoro, dopo le aperture del Sovrintendente, che ha mostrato un atteggiamento saggio nel corso della trattativa, parti della Direzione hanno oggi espresso posizioni diverse: noi sosteniamo che il turn over debba essere applicato alla forza lavoro reale e non a quella prevista dal Ministero, ferma al 1998.

Ribadendo la necessità e l'urgenza di un aumento adeguato della forza lavoro dei tecnici di palcoscenico, come da mandato delle assemblee


PROCLAMIAMO

un pacchetto di 24 ore di sciopero,
di cui le prime otto verranno effettuate il giorno
12 NOVEMBRE 2015
Comunicheremo successivamente quando verranno effettuate le altre 16 ore .


Segreteria Slc Cgil Milano – RSA Cgil Scala


Milano, 6 novembre 2015

martedì 28 aprile 2015

29 aprile 2015


Presidio unitario antifascista alla Loggia dei Mercanti Mercoledì 29 aprile 2015 a partire dalle ore 17,00


Presidio unitario antifascista alla Loggia dei Mercanti
Mercoledì 29 aprile 2015 a partire dalle ore 17,00
Non è più tollerabile che Milano debba assistere ogni 29 aprile alla parata nazifascista che da anni deturpa la nostra città strumentalizzando il doveroso ricordo dei tragici episodi da noi duramente condannati, avvenuti quaranta anni fa nella nostra città, con l'uccisione del giovane Sergio Ramelli.
Il 29 aprile prossimo ricorrerà il quarantesimo anniversario della morte di Sergio Ramelli.
L’esperienza degli anni passati lascia certamente presagire che tale pur legittima manifestazione di ricordo sarà il pretesto, come avvenuto in occasione delle manifestazioni precedenti, per frange di neofascisti di tutta Italia per inscenare l’ennesima parata militare con l’utilizzo e la magnificazione di simboli neonazisti e neofascisti. Naturalmente, non si vuole mettere in discussione il fondamentale principio di libertà di manifestazione del proprio pensiero sancito dall’art. 21 della nostra Carta Costituzionale.
È altresì vero, tuttavia, che tale principio incontra limiti ben precisi e anch’essi sanciti per Legge laddove si risolva nella apologia del fascismo.
Abbiamo rivolto un forte appello alle pubbliche autorità perchè quest'anno, a soli quattro giorni dal settantesimo della Liberazione, a due giorni dalla Festa del Primo Maggio e dall'inaugurazione di EXPO 2015, non si ripeta questa grave offesa a Milano Città Medaglia d'Oro della Resistenza e venga impedita l'ennesima manifestazione di aperta apologia del fascismo che si porrebbe in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione repubblicana e con le leggi Scelba e Mancino.
Chiamiamo gli antifascisti, i milanesi ad una numerosa e pacifica partecipazione al presidio unitario promosso dal Comitato Permanente Antifascista per la difesa dell'ordine repubblicano che si svolgerà Mercoledì 29 Aprile 2015 a partire dalle ore 17,00 alla Loggia dei Mercanti, luogo simbolo di Milano, capitale della Resistenza.
Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo per la difesa dell'ordine repubblicano

giovedì 26 marzo 2015






LETTERA APERTA AL C.D.A DEL TEATRO ALLA SCALA

La sera del 30 aprile si terrà a Milano un concerto in piazza Duomo, con la presenza di Andrea Bocelli e i corpi artistici della Scala, a dimostrazione di quello che andiamo sostenendo già da molto tempo, ovvero che non sarà la Turandot del I maggio la serata inaugurale per l'apertura del Expo.

Il concerto del 30 aprile è dal punto di vista artistico e organizzativo un “pasticcio”, un evento che, al di là delle caratteristiche commerciali che avrà, rischia di intaccare il nome e l'immagine del Teatro, che sono tra i beni più importanti per la Città di Milano e anche per il Paese.

Troppe iniziative negli ultimi tempi ci sembrano avere una caratteristica “modaiola” e “commerciale”, piuttosto che essere nel solco della tradizione scaligera, rischiando di sciupare la qualità artistica che ha sempre contraddistinto il nostro teatro.

Siamo in presenza di un contratto nazionale non rinnovato da molti anni, e dell'ultimo contratto integrativo scaduto, anche se mai andato a regime:
a fronte di tutto ciò apprendiamo da organi di stampa che si sta aggirando un dispositivo legislativo sui compensi massimi per i dirigenti dei teatri, per poter aumentare gli emolumenti del sovrintendente Pereira.
Ancora più grave, se possibile, appare la notizia che il sovrindentende, nonché direttore artistico, non avrebbe più obblighi di esclusività con il Teatro alla Scala: questo sarebbe uno stravolgimento, anche istituzionale, e un tradimento della storia del Teatro alla Scala!

Auspicando che tutto ciò non abbia fondamento, confidiamo in una sollecita e rapida informativa a noi e alla Città di Milano.



Milano, 26 marzo 2015

RSA CGIL TEATRO ALLA SCALA

mercoledì 18 febbraio 2015

Landini: «La decisione è dei lavoratori»

Astenersi dal lavoro il primo maggio è un «diritto esplicito» dei lavoratori. Tuttavia, «in ogni situazione possono essere trovate sul piano contrattuale le soluzioni nel consenso delle persone coinvolte». Con queste parole anche il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, si è espresso ieri sulla decisione, da parte di una minoranza dei dipendenti del Teatro alla Scala di Milano, di non lavorare nel giorno della festa dei lavoratori, che quest’anno coincide con l’inaugurazione di Expo e con la messa in scena, al Piermarini, della prima di «Turandot». Landini ha aggiunto che, in ogni caso, «è una decisione che devono prendere in quel luogo i lavoratori e io sarò rispettoso di qualsiasi decisione i lavoratori della Scala prenderanno». Perché il primo maggio «in tutti i contratti è indicato come un giorno in cui non si lavora. Per me questo rimane un punto e non credo occorra sacrificare tutti i diritti in nome del mercato».
Comunque si voglia interpretare le parole del segretario della Fiom, non arriva da lui una indicazione esplicita sull’astensione dal lavoro o sull’adesione da parte dei lavoratori della Scala, dopo che i delegati Cgil del Piermarini si sono detti contrari a lavorare il primo maggio, invitando i lavoratori del teatro a fare altrettanto. Posizione rimasta ferma anche dopo gli inviti al dialogo arrivati dal segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso e del responsabile regionale della Slc-Cgil Paolo Puglisi.
«Non mi pare che le parole di Landini siano un’apertura al dialogo – commenta Francesco Lattuada, uno dei delegati Cgil del teatro lirico mianese –. In ogni caso, la nostra posizione non cambia. La contrattazione? Non si tratta di contrattare sui soldi: si sarebbe dovuto semmai contrattare sui temi sindacali e politici che riguardano il futuro del teatro e il nostro contratto nazionale. Non vedo però elementi di novità né apertura da parte del teatro. Quindi non vedo perché dovremmo cambiare posizione». Per Giancarlo Albori, coordinatore nazionale area Democrazia e lavoro di Slc-Cgil, da Landini è arrivato pieno sostegno alla scelta di non lavorare, attraverso «l’invito a guardare nel contratto, dove è scritto che il primo maggio si fa festa».
Intanto, a dirsi fiducioso di salire sul podio della Scala il primo maggio e certo che «tutti daranno il massimo come sempre» è stato ieri il maestro Riccardo Chailly, che dirigerà l’opera di Puccini.

martedì 17 febbraio 2015

Landini: rispetto decisione dipendenti Scala su Primo maggio

Milano, 17 feb. (askanews) - "Sarò rispettoso della decisione dei lavoratori e penso che il Primo maggio sia un diritto esplicito di chi lavora". Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, a margine di un incontro a Milano sul Jobs act, ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulla possibile astensione dal lavoro da parte di alcuni dipendenti della Scala in occasione del Primo maggio, data in cui è previsto un concerto per l'inaugurazione di Expo. Il diritto all'astensione dal lavoro il primo maggio "rimane e non credo che occorra sacrificare tutti i diritti in nome del mercato".
Parlando, invece, dell'ampio utilizzo di volontariato per Expo 2015, Landini ha risposto che "chi lavora ha diritto allo stipendio. E non credo che quello adottato per Expo possa essere un modello di riferimento per cambiare il mercato del lavoro".

venerdì 13 febbraio 2015

Solidarietà ai lavoratori della scala Operai e RSU della INNSE


BASTA VIOLENZA CONTRO LE DONNE


giovedì 12 febbraio 2015

Expo. E se avessero ragione i ribelli della Scala?

Di Luciano Muhlbauer

Chissà se alla fine la Turandot andrà in scena il Primo Maggio. Il Sovraintendente Pereira ne sembra convinto e, infatti, non sarà facile per i delegati e lavoratori “ribelli” resistere. Contro di loro si è scagliata un vera e propria armata istituzionale, dai vertici nazionali del loro sindacato, cioè la Cgil, fino allo stesso Renzi, che alla maniera dei bulli ha annunciato in diretta tv provvedimenti contro i “boicottatori”. E poi, non c’è soltanto il bastone delle minacce, ma anche la carota del “lavorate e in cambio dedichiamo la serata alle morti sul lavoro”. Argomento potente, sempre tirato in ballo quando serve una foglia di fico, ma solitamente dimenticato quando si tratta di prendere decisioni concrete.
Nella vicenda scaligera c’è qualcosa di terribilmente simbolico, qualcosa che rispecchia lo status e il valore che il discorso dominante assegna oggi al lavoro e a chi lavora. E non mi riferisco al quesito se sia ammissibile che si possa lavorare il primo maggio, perché da sempre, anche in tempi ben migliori per i lavoratori, c’è sempre stato chi ha dovuto lavorare per assicurare alcuni servizi, così come c’è chi da sempre lavora a Natale, a Pasqua o a Ferragosto. No, il punto vero è un altro, cioè che a nessuna istituzione sia venuto in mente che magari non era il caso di far coincidere l’inaugurazione di Expo con il Primo Maggio.
Una svista che la dice lunga, ma che fa il paio con l’approccio generale di Expo in materia di lavoro, assunto sempre e soltanto come costo da comprimere e fattore da rendere flessibile e docile. E così, questioni come i diritti o la dignità delle persone finiscono in fondo alla lista delle cose importanti, un po’ come succede nella Weltanschauung di Marchionne o nello Jobs Act di Renzi. Già, perché se è ovvio che i posti di lavoro legati a un evento che dura sei mesi siano a tempo determinato, un po’ meno ovvio è che si faccia dumping sullo stesso contratto precario, inventandosi forme contrattuali creative come quella di “apprendista di Operatore di Grande Evento” oppure sponsorizzando indecenze come l’”apprendistato in somministrazione”. Poi c’è ovviamente anche tutto il resto, dagli stage alla formazione on the job, per finire con quel famoso lavoro gratuito, che oltrepassa pericolosamente il confine tra volontariato e lavoro non retribuito.
Ebbene sì, Expo è anche una grande fiera della precarietà, che peraltro estende i suoi effetti nello spazio e nel tempo, grazie a accordi e deroghe come quelli promossi da Regione Lombardia. È colpisce quanto in tutta questa vicenda siano state flebili o isolate le voci critiche e che praticamente tutti questi accordi, avvisi comuni e protocolli, a livello milanese e regionale, portino la firma dei sindacati confederali, i quali oscillano tra la subalternità più completa e il tentativo di limitare i danni.
Ecco, il quadro generale è questo e la vicenda scaligera, al di là delle sue ovvie e legittime specificità, andrebbe letta in quest’ottica. Peraltro, non c’è solo la Scala, ma c’è maretta anche tra i lavoratori dell’Atm e di altri servizi pubblici, poiché Expo chiede di lavorare di più, ma poi non si capisce se ci siano i soldi per contratti e straordinari.
Insomma, quei ribelli della Scala che oggi vengono sottoposti a un ignobile linciaggio mediatico forse non hanno tutti i torti, anzi, hanno ragioni da vendere. Comunque vada a finire con la Turandot, Milano dovrebbe ringraziarli, perché hanno ricordato a tutti che lavoro deve fare rima con dignità e diritti, anche in tempi di crisi e Expo.

mercoledì 11 febbraio 2015

SI RICORDA CHE IL 1°MAGGIO

SI RICORDA CHE IL 1° MAGGIO:

 

NON È UN GIORNO DI SCIOPERO    

(PER  IL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA)

 

NON È UN GIORNO DI BOICOTTAGGIO

(PER MATTEO RENZI)

 

MA È IL GIORNO DI FESTA DI TUTTI I LAVORATORI DEL MONDO

(PER SUSANNA CAMUSSO)

 

W IL 1° MAGGIO FESTA DEI LAVORATORI

E W ANCHE IL 25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE DAI 

NAZI-FASCISTI

(Meglio dirlo prima onde evitare che qualche fenomeno politico o dirigente abbia ancora delle strane idee)

COMUNICATO SINDACALE UNITARIO LIRICO CAGLIARI


Renzi minaccia una precettazione ma il 1°maggio è “SEMPLICEMENTE UNA FESTA"

«A chi ci chiede – tutti! – di lavorare in nome dell’Expo, evento eccezionale bla, bla, bla, poiché così agendo danneggeremmo l’immagine del paese, noi rispondiamo che la colpa è di chi ha voluto fissare l’inizio dell’Esposizione Universale in un giorno festivo per legge in plateale spregio della storia del movimento operaio, con l’avallo di sindacati complici del lavoro gratis e interinale. E poi quale immagine dovremmo tutelare? A fronte di quanto accaduto in questi anni, tra inchieste, appalti manovrati da sistemi mafiosi, arresti per turbativa d’asta, azzeramenti del CdA, fino alla nomina di Cantone a presidente del comitato anticorruzione nel giugno 2014, a soli 11 mesi dall’inaugurazione, l’immagine di Expo è terrificante a causa dei danni inflitti dai suoi protagonisti».
Con una lettera pubblicata sui siti di movimento, gli Scala Workers, ribattono seccamente ai diktat del premier Renzi che ieri s’è detto «pronto a tutto» pur di inaugurare il primo maggio, con la Turandot diretta da Riccardo Chailly alla Scala quell’impasto di speculazione edilizia, consumo di suolo, ambiente e diritti, di favori alle multinazionali e appalti mafiosi che per brevità possiamo chiamare Expo.
La vicenda incrocerà, quel giorno, la May Day Internazionale contro Expo – mega eventi – grandi opere – precarietà e sfruttamento. La street parade dei precari, dei lavori alla catena, del sindacalismo conflittuale, dei movimenti sociali, potrebbe diventare quest’anno un reale momento di convergenza delle resistenze sociali coagulandosi attorno al No Expo. Anche perché sarà la più grande edizione della MAY DAY mai vista. Da tutta Europa arriveranno i rappresentanti di quel popolo massacrato dalle politiche di austerità dell’Unione Europea, della BCE e della Merkel e del Fondo Monetario Internazionale. Migliaia di disoccupati, precari, pensionati ridotti alla fame, sfrattati, senza casa, migranti, lavoratori sfruttati, esodati, sindacati di base ed associazioni, NO TAV, NO TRIV, ambientalisti, centri sociali, … si troveranno scandendo May Day, May Day. «Vorremmo che a questo grande evento di popolo partecipassero anche tutti i dipendenti del Teatro Alla Scala», chiede la Cub.
«Il 18 febbraio al direttivo nazionale cgil sarà battaglia. Stiamo con i lavoratori e le lavoratrici della Scala», dice Sergio Bellavita, coordinatore del Sindacato è un’altra cosa, l’opposizione interna della Cgil, «dall’Expo’ 2015 una chiamata alla guerra generale contro i lavoratori e i loro diritti»
«Non lavoreremo – scrivono i lavoratori – semplicemente perché siamo lavoratori e il Primo Maggio è la nostra festa comandata. Giornata di fratellanza universale, devozione e appartenenza a una storia condivisa da milioni e milioni di lavoratori in tutto il mondo da generazioni (…)Non lavoreremo perché crediamo nei legami di solidarietà che trasformano le scelte individuali in scelte collettive; nel lavoro come strumento d’emancipazione e partecipazione sociale. Soprattutto oggi, che il lavoro è tornato a essere una merce comprata al minor prezzo e a minor tutele possibili sul mercato; che nella nuova alfabetizzazione servile i diritti si chiamano privilegi, infangando la memoria di chi per questi diritti ha lottato, s’è sacrificato, è andato in prigione, ha dato la vita. Diritti collettivamente conquistati a duro prezzo, di conseguenza a duro prezzo collettivamente da difendere».
Al sindaco Pisapia, che qualche giorno fa ha chiesto loro «una riflessione ulteriore» viene risposto che «è più di un anno che riflettiamo e facciamo comunicati dicendo che per noi la Turandot può andare pacificamente in scena il 2 maggio».
Sembra un personaggio siloniano, l’avvocato padronale di Fontamara, il segretario Slc Cgil milanese, Paolo Puglisi, quando propone di lavorare ma dedicando la rappresentazione ai morti sul lavoro ma «l’unico modo di valorizzare la festa del Primo Maggio – scrivono gli Scala Workers – è non lavorare, nel totale rispetto della sua natura e storia, che la CGIL dovrebbe avere ben nota. A Puglisi diciamo che è meschino e squallido fare beneficenza sulla pelle degli altri. Meschino e squallido fare demagogia sulle morti bianche per comandarci al lavoro. Davvero una strana concezione del sindacato quella secondo cui chi dovrebbe rappresentare l’interesse dei lavoratori si schiera non solo contro la loro volontà, ma contro la propria storia, quella del Primo Maggio socialista e comunista». Anche a Bergamo, al direttivo Cgil, il segretario dei trasporti  propone un patto anti-sciopero per Expo.
L’attitudine concertativa della Cgil e dei suoi partner confederali ha già prodotto quel mostro di accordo, al tempo del governo Letta, per cui dei 20mila lavoratori di Expo ben 18500 saranno “volontari” pagati a tramezzini e biglietti del metro, gli altri saranno sottopagati.
Il governo non avrebbe alcuna remora a ‘precettare’ (ma il primo maggio è “semplicemente un giorno di festa) i dipendenti della Scala visto anche il valore simbolico di una cerimonia di gala che tessa le lodi del governo e dell’Expo svuotando di senso la festa dei lavoratori nell’anno del jobs act. Per ragioni simili la Scala è da mezzo secolo il luogo simbolo dello squilibrio tra il mondo di sopra, che va in scena ogni anno alla sua inaugurazione, e chi da fuori contesta le disuguaglianze sociali e il malaffare.
Cisl, Fials e Uil hanno dato la disponibilità a lavorare. La Cgil ribatte che il primo maggio è un diritto «indisponibile», come ha sancito la Corte di Cassazione. Il che significa che ciascuno può decidere se lavorare o meno (e non si tratta di scioperare ma semplicemente di un giorno di festa). Il sovrintendente Alexander Pereira ha chiesto ai dipendenti di firmare entro il 31 gennaio una lettera per dare la disponibilità a lavorare. Queste buste però non sono state ancora aperte e per ora non ci sono dati ufficiali. Orchestra e coro da tempo hanno detto di essere pronti a suonare. Un paio di mesi fa hanno firmato una lettera con circa 200 adesioni. Diversa la situazione fra i tecnici, soprattutto elettricisti, dove molti sono gli iscritti a Cgil e Cub. Finora non sono serviti gli appelli a far cambiare loro idea, nemmeno quello della segretaria nazionale Cgil Susanna Camusso. Ne quelli dei vertici milanesi. Vale la pena ricordare il tono e le parole di Renzi a tutti coloro che lo hanno votato credendo fosse un argine a eventuali torsioni autoritarie berlusconiane: «Se c’è una qualche minoranza che pensa di poter bloccare, non in nome del sacrosanto diritto di sciopero, ma dell’inaccettabile diritto di boicottaggio di quell’evento sappia che siamo pronti a tutto», ha giurato l’autore del jobs act. Una soluzione ragionevole ci sarebbe: «La Direzione sposti la data della prima di Turandot al 2 maggio, Tanto più che l’inaugurazione di Expo 2015 non è – né è mai stata – il 1° maggio, ma il 30 aprile, con il concerto Andrea Bocelli. Ma se insiste a perseverare nella perniciosa richiesta, il problema è tutto suo. Direzione che in questa vicenda aveva prima negato che si dovesse lavorare il 1° maggio (con il vecchio Sovrintendente Lissner), quindi con Pereira ha tergiversato, per poi infine mettere tutti davanti al fatto compiuto. Credo non ci sia molto da aggiungere, se non buon Primo Maggio di festa a tutti»

 ARTICOLO APPARSO SU

http://popoffquotidiano.it/2015/02/08/scala-i-lavoratori-sfidano-renzi-il-1maggio-sara-festa/

martedì 10 febbraio 2015

SOLIDARIETA' AL POPOLO GRECO

SOLIDARIETA' AL POPOLO GRECO

In questi giorni i poteri forti dei mercati stanno minacciando uno dei valori più preziosi del nostro tempo: la democrazia. Le dichiarazioni di Angela Merkel, del ministro delle finanze Tedesco Schauble e le prese di posizioni della BCE a seguito delle richieste del primo ministro Greco Alexis Tsipras di trovare una soluzione che metta il suo paese in grado di tornare a garantire livelli dignitosi di vita, non lasciano alcun dubbio sulla necessità, di chi oggi governa l'economia, di mettere tutto al servizio del mercato. Le urne greche hanno lanciato un segnale inequivocabile contro le politiche fino ad adesso imposte dalla troika nel paese ellenico, quasi un referendum contro le politiche di austerity a cui molti paesi, tra cui l'Italia, si sono dovuti sottoporre. Il fallimento di queste azioni, i greci, l'hanno vissuto sulla propria pelle con un livello di povertà cresciuto a dismisura negli ultimi anni assieme ad un peggioramento del debito pubblico. Hanno visto dimezzare il proprio stipendio, hanno visto sparire la TV di stato, hanno visto chiudere ospedali e punti di primo soccorso, hanno visto chiudersi gli spazi democratici. Il voto del 25 Gennaio ha dato massima fiducia al programma di Tsipras che, nonostante le ingerenze tedesche che chiedessero di abbandonare le promesse elettorali, ha riaffermato di volere portare a termine proprio per garantire gli spazi democratici riconquistati. Per questo, perchè pensiamo che le politiche di austerità siano fallite, perchè riteniamo che la democrazia sia un valore irrinunciabile del nostro tempo, come comitato di Massa Carrara di L'altra Toscana con Tsipras esprimiamo totale solidarietà al popolo Greco in questo momento in cui gli attacchi che arrivano dalla Germania e dalla BCE stanno minando i pilastri della democrazia che proprio nella penisola ellenica vennero alla luce. Il popolo Greco necessità oggi dell'appoggio del maggior numero di stati europei perchè il problema non è circoscritto solo a quel paese ma coinvolge tutto il continente e anche il governo Italiano dovrebbe appoggiare le iniziative di rimodulazione del debito greco perchè dalla messa in discussione dei principi dei trattati europei può passare la rinascita sociale ed economica del nostro paese.

martedì 3 febbraio 2015

Non ci togliamo il cappello!


COMUNICATO SINDACALE


 

Non ci togliamo il cappello!”

I delegati e i lavoratori CGIL del Teatro mantengono la posizione espressa dall'assemblea degli iscritti e ribadita il 28 gennaio scorso ai vertici della Camera del Lavoro di Milano.
Il Primo Maggio resta una data indisponibile ad ogni trattativa: continuiamo a non comprendere la pervicacia con cui la Direzione insiste nel non voler modificare la data della Prima di Turandot.

Agli attacchi che abbiamo ricevuto dai media, ultimamente si sono aggiunti quelli di alcuni soggetti sindacali, compresi illustri dirigenti locali e nazionali della nostra organizzazione, che usando in modo strumentale e squallido la demagogia sulle morti bianche, ci vogliono “comandare” al lavoro.
Che strana democrazia sindacale quella nella quale chi dovrebbe rappresentare l'interesse dei lavoratori si pone contro la maggioranza degli stessi!



Giuseppe Di Vittorio: “ La Cgil ha insegnato ai poveri contadini a non togliersi il cappello di fronte ai latifondisti”.

sabato 24 gennaio 2015

PODCAST RADIO POPOLARE 1°MAGGIO TEATRO ALLA SCALA

 ASCOLTA QUI PODCAST RADIO POPOLARE 1°MAGGIO TEATRO ALLA SCALA



Expo, la Scala e la prima di Turandot. I delegati della Cgil quel giorno non vogliono lavorare e invitano tutti i lavoratori a fare lo stesso. Ma la segretaria Camusso dice: bisogna trattare. Oggi a Localmente Mosso ci occupiamo di questo in apertura poi restiamo su Expo e le polemiche sul convegno organizzato a Palazzo Marino e vi raccontiamo una storia: quella di Riad, scappato dalla Siria e che in Lombardia sta cercando di ricominciare a vivere. (48:47s)

TRA BELLEZZA E RESISTENZA DOMENICA 25 GENNAIO ORE 20,30 VIA CANCANO 5 MILANO


giovedì 22 gennaio 2015


COMUNICATO SINDACALE






Mercoledì 21 gennaio si è svolta l'assemblea generale dei lavoratori del Teatro iscritti alla CGIL.
La Direzione del Teatro, dopo aver prima negato (con il vecchio sovrintendente Lissner) e poi tergiversato, ha infine comunicato alle OO.SS. e alle RSA dei lavoratori, di aver fissato per la Prima di Turandot, la data del 1° maggio 2015.

La Direzione ha quindi mandato a tutti una lettera allo scopo di verificare la “disponibilità” individuale per la data in oggetto. Come CGIL abbiamo invitato i lavoratori a non rispondere.
Non possiamo accettare che si passi sopra ai nostri diritti.
Il mondo della cultura, del teatro e dell'arte musicale di cui facciamo parte e contribuiamo a diffondere, non si deve sottomettere a logiche puramente mercantili.
D'altronde la Scala parteciperà all'Expo rimanendo aperta per tutto il perioodo (6 mesi), compresi luglio e agosto. Ci sono quindi tutte le condizioni, se si vuole, per trovare una data condivisa per la Prima di Turandot.
Ma se intenzione della Direzione è di ricercare pervicacemente la data del 1° maggio, giorno di festa dal lavoro e dei lavoratori, allora avrà la nostra totale contrarietà, come evidenziato dalla posizione espressa dai delegati e decisa dall'assemblea.
Il 1° maggio ci è stato lasciato in eredità dalle generazioni passate, è ancora tutelato dal contratto nazionale di lavoro e ribadito da una sentenza in Cassazione, che lo sancisce come diritto insidacabile, quindi non nella disponibilità della trattativa sindacale.
E' nostro dovere operare affinchè continui a rimanere tale.




Milano, 22 gennaio 2015

RSA CGIL TEATRO ALLA SCALA

venerdì 9 gennaio 2015

COMUNICATO 1° maggio




 


Comunicato alle lavoratrici e lavoratori

del Teatro alla Scala




Nei prossimi giorni, la Direzione della Scala invierà ad una parte dei dipendenti (che lavorano in alcuni settori direttamente interessati), una lettera di richiesta di disponibilità al lavoro durante la giornata del 1° maggio, in occasione dell’inaugurazione di EXPO 2015.

In attesa di organizzare entro pochi giorni una o più assemblee dei lavoratori, per definire una nostra posizione, vi informiamo che, così come è giuridicamente legittimo da parte aziendale, sondare la disponibilità individuale per il lavoro in giorno festivo, è altrettanto giuridicamente legittimo da parte di chi riceverà la lettera, non rispondere.

Ricordiamo infatti che la sentenza della Cassazione del 2005 ha sancito che il 1° maggio è un diritto indisponibile e che perciò la decisione se lavorare o meno in occasione di festività, è assolutamente individuale.


Milano, 9 gennaio 2015