Carissimi
tutti, in occasione delle Festività, vogliamo condividere una
riflessione sul Teatro alla Scala che vuole essere anche un impegno
ad un sereno confronto in merito, nei prossimi mesi, con la Direzione
e con le Istituzioni.
Da
anni ormai, ma in particolare in questi ultimi, il nostro Paese ha
scelto di declinare la cultura non più come diritto costituzionale,
ma come un elemento che come tanti altri deve essere finanziato da
privati, con il rischio concreto che la cultura sia appannaggio dei
pochi che se lo possono permettere.
Le
leggi applicate alle Fondazioni Lirico Sinfoniche, il
ridimensionamento del Fondo Unico dello Spettacolo a Fondazioni,
Teatri, Orchestre, lo dimostrano ampiamente.
L'imposizione,
per le Fondazioni che hanno ottenuto lo statuto speciale, di arrivare
ad un contratto di lavoro che non sia più normato dal contratto
collettivo nazionale di lavoro, spiega quali altri obiettivi ha chi
ci governa, anche per quanto riguarda un mondo del lavoro (quello
delle Fondazioni), che i più giudicano privilegiato, senza nulla
conoscere o voler approfondire.
Per
la costruzione di questo nuovo contratto, stiamo attuando impegno e
tempo, sulla base di un lungo lavoro di preparazione fatto dalla
Scala, per garantire che si possa partire immediatamente dopo la
firma, col contratto “ 2.0 “, da presupposti che tengano insieme
sia il precedente CCNL, sia gli integrativi sottoscritti in oltre
trent’anni di attività sindacale.
Non
è un lavoro facile, soprattutto per il controllo che ci siamo
trovati a fare su diverse “sviste” trovate nei documenti, ma
siamo in dirittura di arrivo.
Per
quello che ci riguarda, il merito va tutto ai delegati e delegate RSA
Cgil e ai lavoratori che ci hanno coadiuvato, che hanno lavorato
alacremente, con precisione e con la “memoria storica” che ha
permesso un controllo pedissequo, ma anche al nostro coordinatore
nazionale Carlo Tarlini, che ci ha seguito in ogni parte di questo
lungo lavoro.
Il
mondo del Teatro alla Scala, complesso e affascinante, è anche
delicato per i molti equilibri che è necessario mantenere.
E'
per tutto questo, che siamo sempre attenti a come viene diretto il
Teatro più famoso al mondo, perchè crediamo che una delle
eccellenze dell'Italia e della città di Milano, debba continuare ad
esserlo nel migliore dei modi.
Noi
pensiamo che sia giusto fare "uscire" il Teatro, per farlo
conoscere all'esterno e che sia altrettanto giusto aprire il
palcoscenico ai giovani e giovanissimi a prezzi ribassati, affinchè
possano imparare ad apprezzare quello che alcuni considerano
"vecchio", mentre è fondamentale sapere da dove si arriva
per vivere pienamente il presente.
Questi
sono investimenti per garantire il futuro!
Crediamo
invece, che certe manifestazioni di caratterre commerciale non siano
un buon investimento, non solo perchè non sempre portano incassi, ma
anche perchè vi è una sorta di profanazione di un luogo verso il
quale vi deve essere il massimo rispetto. Non quindi un "contenitore"
di eventi, ma un luogo che faccia cultura, da esportare in tutto il
mondo.
Siamo
anche sempre attenti ai finanziamenti, che fanno mantenere in
pareggio il bilancio della Scala. Certo non è facile trovare nuovi
soci, che garantiscano continuità economica per alcuni anni e come
già scritto, chi ci governa ha deciso che la cultura debba essere
molto meno finanziata dallo Stato, però crediamo che trovare ogni
anno finanziatori "a spot" aumentando il numero dei
privati, non sia la soluzione giusta per immaginare un futuro per la
Scala e per tutti coloro che vi lavorano.
Anche
se come Organizzazione sindacale, il nostro compito prioritario è
quello di tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, non
possiamo esimerci dal valutare l'organizzazione delle aziende e la
loro conduzione, perchè il benessere dei lavoratori dipende anche da
questo.
Perciò
riteniamo che le relazioni sindacali debbano essere agite senza
sovrapposizione di ruoli, sempre dannosa, ma anche senza scavalcare i
ruoli stessi, perchè in questo modo forse si accontentano le persone
nel momento in cui si concede questa o quella cosa, ma certamente non
si guarda oltre il presente e questo è altrettanto dannoso.
Anche
nelle relazioni sindacali è necessario avere una progettualità e
vivere alla giornata è quanto di meno costruttivo si possa
praticare, per i lavoratori che ci affidano il loro futuro, ma le
Parti devono percorrere insieme questa direzione.
Affrontare,
spesso all'ultimo momento, questioni che andrebbero pianificate,
anche per evitare inutili contrapposizioni, non riteniamo sia la
scelta giusta.
Così
come non riteniamo sia la scelta giusta, quella di procrastinare nel
tempo molti dei problemi che quotidianamente poniamo, con un
investimento di tempo e di energie, che ci fa necessariamente tenere
alta l’attenzione ed essere pronti a valutare il coinvolgimento di
lavoratori e lavoratrici.
Per
tutto ciò pensiamo sia utile questa riflessione che abbiamo voluto
condividere, con l'auspicio che su questa base si possa avviare un
costruttivo confronto con la Direzione della Scala e con le
Istituzioni, per il bene dei lavoratori, delle lavoratrici e della
città di Milano.
I
nostri auguri di Buone Feste a tutti
Paola
Bentivegna
Segretaria
Slc Cgil Milano
Milano,
21 dicembre 2015