Astenersi
dal lavoro il primo maggio è un «diritto esplicito» dei lavoratori.
Tuttavia, «in ogni situazione possono essere trovate sul piano
contrattuale le soluzioni nel consenso delle persone coinvolte». Con
queste parole anche il segretario nazionale della Fiom, Maurizio
Landini, si è espresso ieri sulla decisione, da parte di una minoranza
dei dipendenti del Teatro alla Scala di Milano, di non lavorare nel
giorno della festa dei lavoratori, che quest’anno coincide con
l’inaugurazione di Expo e con la messa in scena, al Piermarini, della
prima di «Turandot». Landini ha aggiunto che, in ogni caso, «è una
decisione che devono prendere in quel luogo i lavoratori e io sarò
rispettoso di qualsiasi decisione i lavoratori della Scala prenderanno».
Perché il primo maggio «in tutti i contratti è indicato come un giorno
in cui non si lavora. Per me questo rimane un punto e non credo occorra
sacrificare tutti i diritti in nome del mercato».
Comunque
si voglia interpretare le parole del segretario della Fiom, non arriva
da lui una indicazione esplicita sull’astensione dal lavoro o
sull’adesione da parte dei lavoratori della Scala, dopo che i delegati
Cgil del Piermarini si sono detti contrari a lavorare il primo maggio,
invitando i lavoratori del teatro a fare altrettanto. Posizione rimasta
ferma anche dopo gli inviti al dialogo arrivati dal segretario nazionale
della Cgil Susanna Camusso e del responsabile regionale della Slc-Cgil
Paolo Puglisi.
«Non
mi pare che le parole di Landini siano un’apertura al dialogo –
commenta Francesco Lattuada, uno dei delegati Cgil del teatro lirico
mianese –. In ogni caso, la nostra posizione non cambia. La
contrattazione? Non si tratta di contrattare sui soldi: si sarebbe
dovuto semmai contrattare sui temi sindacali e politici che riguardano
il futuro del teatro e il nostro contratto nazionale. Non vedo però
elementi di novità né apertura da parte del teatro. Quindi non vedo
perché dovremmo cambiare posizione». Per Giancarlo Albori, coordinatore
nazionale area Democrazia e lavoro di Slc-Cgil, da Landini è arrivato
pieno sostegno alla scelta di non lavorare, attraverso «l’invito a
guardare nel contratto, dove è scritto che il primo maggio si fa festa».
Intanto,
a dirsi fiducioso di salire sul podio della Scala il primo maggio e
certo che «tutti daranno il massimo come sempre» è stato ieri il maestro
Riccardo Chailly, che dirigerà l’opera di Puccini.