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martedì 22 dicembre 2015

Lettera aperta alle lavoratrici e lavoratori della Fondazione Teatro alla Scala



Carissimi tutti, in occasione delle Festività, vogliamo condividere una riflessione sul Teatro alla Scala che vuole essere anche un impegno ad un sereno confronto in merito, nei prossimi mesi, con la Direzione e con le Istituzioni.

Da anni ormai, ma in particolare in questi ultimi, il nostro Paese ha scelto di declinare la cultura non più come diritto costituzionale, ma come un elemento che come tanti altri deve essere finanziato da privati, con il rischio concreto che la cultura sia appannaggio dei pochi che se lo possono permettere.
Le leggi applicate alle Fondazioni Lirico Sinfoniche, il ridimensionamento del Fondo Unico dello Spettacolo a Fondazioni, Teatri, Orchestre, lo dimostrano ampiamente.

L'imposizione, per le Fondazioni che hanno ottenuto lo statuto speciale, di arrivare ad un contratto di lavoro che non sia più normato dal contratto collettivo nazionale di lavoro, spiega quali altri obiettivi ha chi ci governa, anche per quanto riguarda un mondo del lavoro (quello delle Fondazioni), che i più giudicano privilegiato, senza nulla conoscere o voler approfondire.

Per la costruzione di questo nuovo contratto, stiamo attuando impegno e tempo, sulla base di un lungo lavoro di preparazione fatto dalla Scala, per garantire che si possa partire immediatamente dopo la firma, col contratto “ 2.0 “, da presupposti che tengano insieme sia il precedente CCNL, sia gli integrativi sottoscritti in oltre trent’anni di attività sindacale.
Non è un lavoro facile, soprattutto per il controllo che ci siamo trovati a fare su diverse “sviste” trovate nei documenti, ma siamo in dirittura di arrivo.
Per quello che ci riguarda, il merito va tutto ai delegati e delegate RSA Cgil e ai lavoratori che ci hanno coadiuvato, che hanno lavorato alacremente, con precisione e con la “memoria storica” che ha permesso un controllo pedissequo, ma anche al nostro coordinatore nazionale Carlo Tarlini, che ci ha seguito in ogni parte di questo lungo lavoro.

Il mondo del Teatro alla Scala, complesso e affascinante, è anche delicato per i molti equilibri che è necessario mantenere.
E' per tutto questo, che siamo sempre attenti a come viene diretto il Teatro più famoso al mondo, perchè crediamo che una delle eccellenze dell'Italia e della città di Milano, debba continuare ad esserlo nel migliore dei modi.





Noi pensiamo che sia giusto fare "uscire" il Teatro, per farlo conoscere all'esterno e che sia altrettanto giusto aprire il palcoscenico ai giovani e giovanissimi a prezzi ribassati, affinchè possano imparare ad apprezzare quello che alcuni considerano "vecchio", mentre è fondamentale sapere da dove si arriva per vivere pienamente il presente.

Questi sono investimenti per garantire il futuro!

Crediamo invece, che certe manifestazioni di caratterre commerciale non siano un buon investimento, non solo perchè non sempre portano incassi, ma anche perchè vi è una sorta di profanazione di un luogo verso il quale vi deve essere il massimo rispetto. Non quindi un "contenitore" di eventi, ma un luogo che faccia cultura, da esportare in tutto il mondo.

Siamo anche sempre attenti ai finanziamenti, che fanno mantenere in pareggio il bilancio della Scala. Certo non è facile trovare nuovi soci, che garantiscano continuità economica per alcuni anni e come già scritto, chi ci governa ha deciso che la cultura debba essere molto meno finanziata dallo Stato, però crediamo che trovare ogni anno finanziatori "a spot" aumentando il numero dei privati, non sia la soluzione giusta per immaginare un futuro per la Scala e per tutti coloro che vi lavorano.

Anche se come Organizzazione sindacale, il nostro compito prioritario è quello di tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, non possiamo esimerci dal valutare l'organizzazione delle aziende e la loro conduzione, perchè il benessere dei lavoratori dipende anche da questo.
Perciò riteniamo che le relazioni sindacali debbano essere agite senza sovrapposizione di ruoli, sempre dannosa, ma anche senza scavalcare i ruoli stessi, perchè in questo modo forse si accontentano le persone nel momento in cui si concede questa o quella cosa, ma certamente non si guarda oltre il presente e questo è altrettanto dannoso.

Anche nelle relazioni sindacali è necessario avere una progettualità e vivere alla giornata è quanto di meno costruttivo si possa praticare, per i lavoratori che ci affidano il loro futuro, ma le Parti devono percorrere insieme questa direzione.
Affrontare, spesso all'ultimo momento, questioni che andrebbero pianificate, anche per evitare inutili contrapposizioni, non riteniamo sia la scelta giusta.
Così come non riteniamo sia la scelta giusta, quella di procrastinare nel tempo molti dei problemi che quotidianamente poniamo, con un investimento di tempo e di energie, che ci fa necessariamente tenere alta l’attenzione ed essere pronti a valutare il coinvolgimento di lavoratori e lavoratrici.

Per tutto ciò pensiamo sia utile questa riflessione che abbiamo voluto condividere, con l'auspicio che su questa base si possa avviare un costruttivo confronto con la Direzione della Scala e con le Istituzioni, per il bene dei lavoratori, delle lavoratrici e della città di Milano.


I nostri auguri di Buone Feste a tutti

Paola Bentivegna
Segretaria Slc Cgil Milano

Milano, 21 dicembre 2015

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