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giovedì 22 maggio 2014

Art Bonus

(ANSA) - ROMA, 22 MAG - Mecenati, 'venite a noi'. Attesissimo, arriva il decreto del governo per cultura e turismo e il punto focale è nell'Art Bonus, con detrazioni fiscali fino al 65% per imprenditori o privati cittadini che vogliano investire su restauri e tutela del patrimonio artistico italiano, ma anche aiutare fondazioni liriche. teatri e istituti culturali.
 
"Una rivoluzione per il rapporto fra pubblico e privato nella cultura", commenta il ministro Franceschini illustrando il decreto appena varato dal Cdm. Dalla maggioranza, ma anche dalle associazioni, il plauso è totale.
 
E non manca la frecciatina del presidente della commissione cultura della Camera Galan, che ricordando un suo analogo tentativo da ministro del governo Berlusconi si lascia sfuggire un amareggiato "Allora Tremonti non capì".
 
Le nuove misure introdotte dal Decreto, spiega Franceschini confermando le indiscrezioni più volte circolate in questi giorni, sono state progettate "sul modello Ecobonus".
 
Un sistema di incentivi fiscali per privati - siano imprese, enti o comuni cittadini - che potranno beneficiare di un credito di imposta al 65% per gli anni 2014-15 e al 50% per il 2016, ripartito in tre quote annuali di pari importo.
 
Chi ha ricevuto la donazione dovrà in compenso rendere pubblico, anche sui siti web, l'ammontare della somma ricevuta e il suo utilizzo. E al Ministero c'è l'ipotesi di creare delle strutture (a costo zero) per incentivare le donazioni.
 
Il Ministro, che sul Decreto ha puntato moltissimo, è soddisfatto: "Con questo passo in avanti ci mettiamo al fianco di paesi come la Francia che hanno creato il mecenatismo con risultati formidabili".
 
L'intervento è comunque complesso, con tutta una serie di misure per affrontare le emergenze della cultura, da Pompei alla Reggia di Caserta, dai musei alle fondazioni liriche e cinema e anche la cronica 'povertà' del ministero che la gestisce. [...]
 
E ancora: arrivano nuovi soldi per le Fondazioni Liriche, con 50 milioni in più per il Fondo di rotazione (che sale così a 125 milioni di euro) e la possibilità di salvare tutte le otto fondazioni in crisi.
 
Ma è previsto anche un tetto agli stipendi di sovrintendenti, amministratori e consulenti, equiparato a quello della Pa (240 mila euro annui compresi i benefit). Mentre il teatro dell'Opera di Roma diventa teatro dell'opera di Roma Capitale