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mercoledì 25 luglio 2012
Amianto articolo apparso su Repubblica 25-07-2012
Amianto alla Scala, la Procura indaga
per gli 8 operai uccisi dal mesotelioma
Le ipotesi di reato, per il momento a carico di ignoti, sono di lesioni colpose e omicidio colposo
I lavori furono effettuati negli anni Ottanta. Altri tre operai contrassero la malattia e sono in vita
di SANDRO DE RICCARDIS
Amianto alla Scala, la Procura indaga per gli 8 operai uccisi dal mesotelioma
C'è l'uomo del sipario, tirato su e giù per 27 anni, morto per un mesotelioma pleurico. C’è un vigile del fuoco, rimasto trent’anni dietro le quinte e i teli intrisi di veleni. Ci sono attrezzisti, macchinisti, tecnici manutentori, lavoratori che tra gli anni Settanta e Ottanta hanno lavorato nel Teatro alla Scala e respirato morte. Ora, per la prima volta, la Procura di Milano ha ricostruito la biografia clinica di undici vittime dell’amianto all’interno del teatro e ha aperto un fascicolo contro ignoti per lesioni colpose e omicidio colposo. I casi di decesso appaiono raddoppiati rispetto a quelli già noti: tre lavoratori si sono ammalati ma sono ancora vivi, altri otto sono morti, uno dopo l’altro, consumati dal tumore.
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Chi per asbestosi cronica, chi per mesotelioma, chi per carcinoma polmonare. Tutti uccisi da quella esposizione inconsapevole e prolungata alle particelle di amianto, dichiarato illegale all’inizio degli anni Novanta. Dopo gli esposti di diverse associazioni di tutela delle vittime, il pubblico ministro Maurizio Ascione ha formalizzato l’apertura dell’inchiesta,
in modo da poter dare un nome a chi "all’interno dell’organizzazione del teatro o delle aziende che vi hanno lavorato in appalto "non ha garantito la salute di quegli uomini che si occupavano di manutenzione e sistemi antincendio. Un lavoro che "a distanza di oltre due decenni "non si prospetta semplice. Ma la Procura intende andare a fondo, e far entrare nell’inchiesta altri casi di vittime decedute o ancora in vita, oltre alle undici già individuate.
Finora gli investigatori hanno accertato l’uso del materiale killer come isolante termico nel rivestimento di alcune strutture della Scala, nei meccanismi di apertura e chiusura del palco, così come nei dispositivi di prevenzione degli incendi. Lavorando giorno dopo giorno a contatto con le fibre cancerogene, negli ultimi anni altri operai si sono ammalati di mesotelioma e carcinoma. A denunciare la presenza di amianto alla Scala erano stati i familiari di alcuni dipendenti del teatro morti per tumore. Un paio erano riusciti a ottenere, dal giudice del lavoro, condanna e risarcimento. Nel 2001 la Scala venne condannata a pagare 24 milioni di lire per un dipendente colpito da un cancro alla gola per aver respirato amianto sul palco. Nel 2007 un’altra sentenza risarcì i familiari di Enzo Mantovani, classe 1944, un macchinista che azionava "alzando e abbassando" il pesantissimo sipario respirandone le sue polveri cancerogene.
Mantovani si ammalò nel 1999: in quindici mesi dalla diagnosi fu ucciso da un mesotelioma pleurico. E per quella morte, evitabile come altre, il giudice del lavoro condannò il teatro a pagare alla moglie duecentomila euro di danni biologici e materiali, riconoscendo la colpa dell’ente "nella determinazione sia della malattia professionale sia del conseguente decesso". Casi non isolati. Come quelli che lo stesso pm Ascione ha ricostruito tra i lavoratori della Pirelli. Nell’inchiesta che porterà a processo, in settembre, undici ex dirigenti degli stabilimenti di viale Sarca e viale Ripamonti tra il 1979 e il 1988, dopo le prime 24 vittime (venti delle quali morte) altri 26 operai uccisi o colpiti dalla malattia entreranno nel processo.