La CGIL
è impegnata a contrastare una legge delega del Governo che contiene
norme che riducono i diritti dei lavoratori, consolida il dualismo
del mercato del lavoro che dice di voler combattere, introduce
soluzioni sul controllo
a distanza e sul demansionamento di dubbia legittimità
costituzionale. Sono ipotesi che negano oggettivamente il valore
sociale del lavoro provocando anche una regressione culturale della
sua funzione di momento della vita nel quale le persone, protette e
rispettate, si realizzano.
Si
rischia così di costringere i giovani ad accettare un destino di
marginalità prodotto dalla mancanza di qualità del lavoro che gli
verrà offerto quando e se l´economia tornerà a crescere. Infatti
perdura l´assenza di una politica keynesiana per lo sviluppo e la
crescita, mentre si assegna alle regole del mercato del lavoro una
funzione salvifica che non possono avere.
Nel
mentre, su questi temi, e su tutti quelli di carattere economico che
interessano chi lavora, l´esecutivo nega un confronto reale con le
organizzazioni confederali, svuotando la loro funzione di
rappresentanza generale consolidatasi in tanti decenni e risolutiva
per il bene del paese in moltissime occasioni.
La debolezza dei corpi intermedi, che così si crea, finisce con l´intaccare il tessuto connettivo della democrazia.
La debolezza dei corpi intermedi, che così si crea, finisce con l´intaccare il tessuto connettivo della democrazia.
Per
queste ragioni crediamo sia utile sostenere pubblicamente l´attuale
gruppo dirigente della CGIL partecipando insieme alla manifestazione
del 25 Ottobre e invitando i deputati a modificare il testo approvato
in Senato, a partire dalla salvaguardia dell'art. 18.
Sergio
Cofferati
Antonio
Pizzinato
Paola Agnello
Modica
Luigi
Agostini
Fausto
Bertinotti
Carla
Cantone
Giuseppe
Casadio
Alfiero
Grandi
Betty
Leone
Antonio
Lettieri
Paolo
Lucchesi
Marigia
Maulucci
Paolo
Nerozzi
Gianpaolo
Patta
Morena
Piccinini
Nicoletta
Rocchi