Venerdì 07 Dicembre 2012 11:38
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L’accordo separato che Fim e Uilm hanno sottoscritto sulla testa di milioni di lavoratori e lavoratrici senza il loro voto è fortemente peggiorativo della già dura condizione di chi lavora:
1. salario inferiore al recupero potere d’acquisto, con due tranche rinviabili di 12 mesi e a disposizione delle imprese per la contrattazione aziendale, cioè consegnate a scambi impropri e ricatti;
2. aumento degli orari di lavoro con il furto di 3 giornate di Par; 3. aumento dello straordinario comandato, da 40/48 a 80 ore annue; 4. flessibilità obbligatoria senza vincolo accordo Rsu, incrementata da 64 a 80 ore annue con penalizzazione per lavoratori che non la fanno (ore trattenute su ferie e Par); 5. ulteriore penalizzazione malattie brevi; 6. recepimento degli aspetti peggiorativi della legge Fornero sui contratti precari. (...)
Fim e Uilm hanno consegnato così la vita dei lavoratori nelle mani dell’impresa cancellando ogni potere contrattuale della Rappresentanza Sindacale.
Si aumenta l’orario per chi lavora mentre crescono cassa integrazione e licenziamenti!
Un accordo che tuttavia è pienamente in linea con la disastrosa contrattazione di restituzione, peggiorativa che si è affermata grazie all’accordo del 28 giugno 2011 e al patto separato sulla produttività, come bene testimoniano il contratto dei Chimici e quello dei Ferrovieri, entrambi unitari.
Per queste ragioni la linea di contrasto all’applicazione dell’intesa separata nei luoghi di lavoro non può partire dal richiamo al 28 giugno 2011 che è l’accordo delle deroghe al Contratto nazionale. I lavoratori, grazie ai sindacati complici, stanno pagando per intero la crisi generata dalle stesse politiche che pretendono oggi di cancellare lo stato sociale dopo aver distrutto le pensioni e l’art.18. C’è la necessità pertanto di ricostruire una battaglia generale del mondo del lavoro a partire dall’opposizione alle politiche del Governo Monti e di Confindustria.
No al Patto di produttività e al 28 giugno!
Occorre coniugare battaglia generale e azione coerente nei luoghi di lavoro, con una politica contrattuale, fabbrica per fabbrica, di esplicito contrasto a questo accordo separato, a quello del 28 giugno e al Patto di produttività. Non lottiamo solo contro l’accordo Fim-Uilm e un padronato arrogante e rapace ma dobbiamo necessariamente andare oltre ogni compatibilità e limite fissato dalle intese sbagliate sancite a livello Confederale.
Poche ma chiare parole d’ordine: occupazione-salario-diritti
II sindacato deve avere un solo riferimento, un solo limite nella sua politica contrattuale: i bisogni dei lavoratori e la loro rappresentanza autonoma! In questa fase bisogna mettere al centro la lotta per la difesa dell’occupazione e delle fabbriche contro le dismissioni, la difesa del salario e della condizione lavorativa contro flessibilita’ e la precarieta’. Solo coniugando battaglia generale e iniziativa nel luoghi di lavoro si potra’ ricostruire e riconquistare un Contratto Nazionale senza deroghe!
Bisogna ridare senso ed efficacia alle lotte
Scioperare costa, oggi più che mai. La pesante sconfitta su art.18 e pensioni, il desolante atteggiamento remissivo della Cgil e la durezza dello scontro che ci viene imposto aumentano la sensazione di impotenza e inutilità delle lotte. I lavoratori hanno dimostrato in questi anni una grande disponibilità alla mobilitazione. Ma per dare continuità, la lotta si deve porre davvero l’obiettivo di conquistare risultati concreti, altrimenti gli scioperi diventano atto di testimonianza.
Per fare tutto ciò il Sindacato deve rompere ogni collusione con il palazzo e il palazzetto della politica parlamentare, dei giochi elettorali. Deve dismettere ogni illusione concertativa nel rapporto con Confindustria. Il lavoro deve rappresentarsi da sé, nel conflitto e nella ricostruzione di diversi rapporti di forza. Rompiamo ogni ambiguità nel rapporto con Cisl e Uil. Basta cercare l’unità con chi è pronto a scambiare qualsiasi cosa sulla pelle dei lavoratori!
LA RAGIONE E' DI CHI LOTTA
R28A in Fiom
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