“Vogliamo porre alle istituzioni la questione della previdenza dei lavoratori dello spettacolo e della produzione culturale come problema politico: con le varie leggi di “riforma” l’Enpals, l’ente previdenziale di settore, è stato stressato e in parte omologato alla previdenza di carattere generale. E’ stato aumentato il numero di giornate per l’accredito annuo pensionistico (da 60 a 120 giornate), a fronte delle giornate effettivamente lavorate nel settore, mediamente 70” ha dichiarato Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil in apertura dell’incontro “Luci su di noi” promossa dalla Camera del Lavoro CGIL di Milano, con Slc Cgil e FP Cgil in merito alle problematiche previdenziali dell’ex ENPALS.
“La
conseguente difficoltà a raggiungere i requisiti pensionistici ha
comportato che, a fronte di circa 300.000 lavoratori che versano quote
previdenziali, vengono erogate solo 53.000 pensioni. Questo comporta un
forte avanzo che per il 2039 è stimato in 9 miliardi e 284 milioni €.
Sarebbe necessario varare un provvedimento legislativo che ritardasse le
giornate di accredito annuo per permettere il raggiungimento del
requisito pensionistico ai lavoratori.”
“Le
istituzioni non posso ignorare anche gli altri grandi problemi del
settore – prosegue la sindacalista – tra cui il mancato rispetto dei
minimi contrattuali ad esempio nel doppiaggio e nel settore musicale, il
lavoro irregolare da far emergere anche per determinare la giusta
contribuzione all’Istituto Previdenziale, per cui bisogna trovare forme
contrattuali adatte e sollecitate le ispezioni. E’ anche necessario
normare contrattualmente le figure artistiche. Tutto questo rilancia la
necessità di leggi di sistema.”
Queste
risorse sono dei lavoratori e delle imprese del settore – conclude Bizi
- non possono servire per ripianare deficit di altri enti. Devono
tornare al settore, per dare ossigeno alle imprese e creare una robusta
rete protettiva di sostegno per questo particolare mondo del lavoro che
non gode di diritti quali maternità, malattia, tutela degli infortuni,
formazione e riqualificazione, e non riesce, nella maggior parte dei
casi, ad avere neppure i requisiti per la mini Aspi.